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L'avanzare della guerra non frenò la sete di ambizioni dei giallorossi che nella stagione 1935/36 si presentavano ai nastri di partenza come una delle formazioni favorite per la conquista del titolo. La campagna acquisti aveva portato in giallorosso i due terzini della nazionale: Eraldo Monzeglio dal Bologna e Luigi Allemandi dall'Ambrosiana. Una difesa solidissima che avrebbe controbilanciato un attacco esplosivo diretto dal fuoriclasse oriundo Guaita. Ma a due giorni dall'inizio del campionato, il 20 settembre 1935, i tre italo-argentini della Roma (Stagnaro, Scopelli e Guaita) decisero di fuggire dall'Italia temendo un'imminente chiamata alle armi da parte dell'esercito italiano. La società si trovò nei guai e in attesa dell'arrivo di un centravanti in grado di sostituire Guaita iniziò il campionato schierando come punta nientemeno che un difensore: Andrea Gadaldi. La scelta naturalmente non si rivelò molto felice, cosicché Barbesino decise di lanciare in prima squadra un giovane attaccante proveniente dalla primavera: Dante Di Benedetti che si rivelò una vera e propria sorpresa grazie ai suoi gol (7 in 13 partite giocate) la Roma arrivò seconda sfiorando lo scudetto per un solo punto.